Vademecum

La devozione popolare guardiese





 La preparazione dei riti settennali.

foto1Maria Santissima è sempre presente in mezzo al popolo guardiese. Radunando i discepoli, per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, Maria ha reso possibile l’ardore missionario che avvenne a Pentecoste. La Chiesa vede in Lei la Madre senza la quale non si può comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione, e i Riti Penitenziali di Guardia Sanframondi vogliono rappresentare appunto quello spazio interiore che rafforza e dona il senso cristiano a tutto il nostro impegno pastorale di evangelizzazione. Pertanto la preparazione si svolge attraverso momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola,di dialogo con il Signore.
Tre sono i momenti cruciali di tale preparazione: i primi sabati del mese, la missione popolare, la novena all’Assunta. I primi sabati di ogni mese, celebrati puntualmente con la preghiera del Rosario meditato, l’Eucaristia, la catechesi e l’invito alla Riconciliazione, costituiscono una forte devozione a Maria che condivide le vicende del nostro popolo guardiese ed entra a far parte della sua identità storica. Arrivando nel nostro santuario mariano, i fedeli manifestano la loro fede nell’azione materna di Maria che genera nuovi figli per il Signore. Con la devozione dei primi sabati, osserviamo e sperimentiamo come la Madre di Dio riunisce attorno a sé i figli che con tanti sacrifici vengono come pellegrini per vederla e lasciarsi guardare da lei; confortati dalla preghiera, trovano la forza per sopportare le sofferenze e le stan- chezze della vita. La Missione Popolare, che a Guardia Sanframondi si svolge dal 12 al 19 marzo, è l’annuncio straordinario della Parola di Dio, affinché, nella potenza dello Spirito Santo e nella comunione piena con il Vescovo e con la Chiesa, la buona novella di Gesù raggiunga ogni cuore e lo chiami alla conversione; grazie ad essa si rifonda e cresce la comunità cristiana. Pur non presentando alcuna novità nel contesto della vita sacramentaria e nell’esercizio della carità, la Missione Popolare mette in movimento un insieme di energie naturali e soprannaturali che nella pastorale ordinaria difficilmente si sprigionano. E’ un “evento” che s’innesta nella pastorale ordinaria per finalizzarla a un nuovo slancio missionario. L’intera Comunità parrocchiale deve essere protagonista di questo evento. Essa è invitata ad assu- mere consapevolezza della propria fede e a vivere un cammino rinnovato di comunione e di missione. Momenti particolari sono: Visita alle famiglie – Centri d’ascolto del Vangelo – Celebrazioni: atto di adesione all’annuncio, consegna del Vangelo, catechesi penitenziali, riscoperta della celebrazione domenicale e festiva, inizio del discepolato con esperienze di collaborazione pastorale e caritativa. La preparazione prossima alla celebrazione dei Riti inizia con la tradizionale Novena. Dopo che Gesù ascese al cielo, Maria, gli apostoli e altri discepoli devoti pregarono costantemente per nove giorni fino alla domenica di Pentecoste. I cattolici guardarono a questo esempio, e da qui nacque la pratica di pregare per nove giorni. La novena in onore dell’Assunta contempla un momento di preghiera e di meditazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, la celebrazione eucaristica e le lodi alla Vergine Assunta in cielo. E’ una forte esperienza arricchente della comunità cristiana che si prepara a vivere in pienezza il messaggio evangelico che giunge ad ogni fedele attraverso la devozione a Maria Stella della nuova evangelizzazione. La comunità tutta chiede a Maria che con la sua preghiera venga aiutata affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti e renda possibile una nascita di un mondo nuovo. Gesù ha promesso di fare nuove tutte le cose e con Maria, modello ecclesiale per l’evangelizzazione, la comunità cristiana avanza fiduciosa verso questa promessa.

I campanelli.

campanelliSul quadrante delle manifestazioni mariane guardiesi si localizza una manifestazione tipica di devozione popolare: “l’uscita dei campanelli”. Un rito insolito, opaco e informe per chi non entra nello spirito della religiosità locale, ma irradiante vivida luce per chi conosce l’attaccamento dei guardiesi all’Assunta. I campanelli, cui ci riferiamo, a Guardia, sono i “campanelli” per antonomasia; li conoscono tutti quelli che partecipano alle nostre processioni. Sono due, disuguali per grandezza, legati ad una medesima traversa di legno, da tempo imme- morabile collocati nel santuario sotto la nicchia della Madonna. Pure i campanelli, come la venerata immagine, restano avvolti da una fitta nebbia leggendaria. Qualche elemento storico, ma che non fa troppa luce sulla loro origine, emerge dalla stessa struttura bronzea. Sulla fascia di quello più grande è riportato l’anno della sua fusione e si legge la scritta a rilievo: “Jesus Maria-1048”; mentre tanto sull’’uno quanto sull’altro sono incisi i nomi “Assunta e Pietro Pascale”, lasciando spazio alla ipotesi di possibili offerenti di quei campanelli all’Assunta. Le loro dimensioni non sono notevoli, ma il loro suono esercita un fascino irresistibile sul nostro popolo. I loro squillanti rintocchi non si ascoltano senza commuoversi. I campanelli vengono portati in processione per le strade del centro abitato in momenti di difficoltà, allo scopo di implorare le grazie dalla Vergine nella particolare congiuntura. La religiosità popolare commette ai campanelli il grave compito di convocare in quei momenti particolari la grande assemblea per una pubblica preghiera.

Il dono.

E’ consuetudine che alla fine di ogni settennio, dopo i Riti, i singoli Rioni e i Battenti, in ossequio ad una lodevole tradizione, facciano un dono, offrano cioè alla Vergine un emblematico segno che valga a perpetuare, mentre si attende il successivo settennio, la memoria dei riti celebrati. Ovviamente non vi è uno schema fisso. Tra le varie necessità del Santuario e lo splendore del culto, c’è ampio spazio per una scelta oculata e razionale al fine di non dissipare in inutili orpelli quanto invece deve essere investito per rendere più fruibile il tempio e per promuovere più adeguatamente la devozione all’Assunta. Non ci possiamo fermare comunque al semplice Dono, sia pure per apprezzarne la validità e l’opportunità, perché del Dono urge cogliere il messaggio, che poi è il contenuto essenziale, sul quale deve fermarsi la nostra attenzione. “Lodare il Nome di Maria”: ecco uno dei principali aspetti di quel contenuto. Quando si offre un dono, nell’offerta, se non c’è qualcosa di se stessi, si corre il rischio di vanificare l’offerta fatta. “Lodare Maria” per i Battenti, così come per i Rioni, si fa così dovere prevalente, destinato ad esprimersi in una costante di gratitudine e di ossequio, capace di arginare la corrente di bestemmie e di indifferenza che dilaga, per fortuna in fasce ridottissime, anche nella nostra comunità. Se lodare Maria è un imperio- so dovere per tutti, lo è più ancora per chi la onora con un gesto penitenziale, che sta a riprova del particolare rapporto che nutre per Lei.

Le litanie.

Le Litanie paradigmano alcune preghiere assembleari delle liturgie ebraiche veterotestamentarie e sono state sem- pre recitate dal popolo fedele con grande amore e devozione. Può darsi che il ciclo litanico in onore dell’Assunta nel nostro Santuario, vivacizzato da una massiccia presenza di uomini e donne, imploranti l’aiuto divino per mezzo di Maria, rimonti all’epoca, abbastanza remota, in cui venne divulgato a Guardia quel serto di lodi mariane.


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